METODOLOGIE DIDATTICHE COINVOLGENTI
LE SCUOLE DI COUNSELING NON SONO TUTTE UGUALI
Oltre alla formazione teorica standard del Counseling, l'Istituto Solaris affianca metodologie attive, pratiche e innovative, dove viene privilegiato l'uso e lo sviluppo della CREATIVITA'
Ciò consente di ottenere - oltre ad una solida ed importante preparazione teorica - anche numerose ed efficaci competenze pratiche e prassi operative che sono un aiuto decisivo nello sviluppo e nell'esercizio della professione. Le metodologie, sia per i Corsi di Counseling che per gli altri eventi formativi, sono di tipo attivo con frequenti dibattiti ed esempi che forniscono ai partecipanti la possibilità di tradurre i contenuti delle esperienze formative in soluzioni concrete.
Le metodologie didattiche attive nel tempo hanno dimostrato diversi ed importanti vantaggi.
Qui di seguito ne abbiamo evidenziati alcuni:
- Il lavoro di gruppo per facilitare lo scambio di idee, di esperienze ed intensificare le interazioni;
- Lo sviluppo della creatività individuale e corale, per consentire di analizzare situazioni e/o problemi complessi elaborando soluzioni valide e condivise;
- L'ironia e l'uso del paradosso per fornire gli strumenti e le condizioni utili ad elaborare la realtà proponendo nuovi ed originali punti di vista;
- L'uso di mezzi audiovisivi, esercitazioni pratiche attraverso l'uso della danza, della scrittura, del drammatizzazione teatrale, del gioco guidato favoriscono l'apprendimento rendendo le argomentazioni di facile comprensione.
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OBIETTIVI FORMATIVI
In generale, le metodologie sono orientate a fornire delle 'esperienze formative', da considerare come esercizi di trasformazione interiore. Possono a buon diritto considerarsi esperienze umane profonde, ricche di emozioni positive ed autentiche.
La metodologia applicata è fondamentalmente di tipo esistenziale e sistemico, fondata sul pensiero intuitivo e qualitativo, piuttosto che su quello razionale-quantitativo. Il tipo di indagine e di conoscenza non è basato sul ragionamento logico, ma sull'ascolto interiore. Attraverso l'espressione artistica, con il teatro, la musica, la prosa, la danza, l'ironia e con l'aiuto del gruppo, si lavora sulla trasformazione delle difficoltà e del dolore per creare Bellezza.
La nostra metodologia ha due finalità principali:
- la prima è quella di migliorare l'auto-conoscenza e la consapevolezza rispetto a determinati nodi esistenziali fondamentali;
- la seconda è quella di fornire strumenti concreti per migliorare la propria qualità della vita.
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LAVORARE IN GRUPPO: SPIRITO DI SQUADRA E CORALITA'
IL COUNSELING
Il termine counseling (o anche counselling secondo l'inglese britannico) indica un'attività professionale che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Si occupa di problemi non specifici (prendere decisioni, miglioramento delle relazioni interpersonali) e contestualmente circoscritti (famiglia, lavoro, scuola).
Il sostantivo counseling deriva dal verbo inglese to counsel, che risale a sua volta dal verbo latino consulo-ere, traducibile in "consolare", "confortare", "venire in aiuto". Quest'ultimo si compone della particella cum ("con", "insieme") e solere ("alzare", "sollevare"), sia propriamente come atto, che nell'accezione di "aiuto a sollevarsi". È omologo un altro verbo latino: consulto-are, iterativo di consultum, participio passato di consulo, col significato di "consigliarsi", "deliberare", "riflettere". Ciò pone il termine tra le forme del verbo italiano "consultare" come ricorso a competenze superiori per necessità contingenti.
La traduzione di counseling nell'italiano consulenza è controversa in quanto un altro termine, consulting, ha in inglese il medesimo significato.
È altresì problematica la sua traduzione con "consiglio". La similarità linguistica tra le parole "counseling" e "consiglio" può infatti trarre in inganno. Secondo Pagani «[...] uno degli elementi distintivi del counseling rispetto alla situazione del consiglio è che, nel primo caso, la relazione si svolge con un esperto ed è finalizzata alla ricerca di una strategia per rendere possibili scelte o modifiche, nel secondo caso, invece, la relazione è paritaria e consiste nel suggerire [...]».
LA STORIA DEL COUNSELING
La prima attestazione dell'uso del termine counseling risale al 1908 da parte di Frank Parsons. Nel 1951 la parola counseling è usata da Carl R. Rogers per indicare una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficoltà senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità.
Essa è finalizzata a «consentire ad un individuo una visione realistica di sé e dell'ambiente sociale in cui si trova ad operare, in modo da poter meglio affrontare le scelte relative alla professione, al matrimonio, alla gestione dei rapporti interpersonali, con la riduzione al minimo della conflittualità dovuta a fattori soggettivi», ed è inoltre «un'attività di competenza relazionale che utilizza mezzi comunicazionali per agevolare l'autoconoscenza di se stessi attraverso la consapevolezza e lo sviluppo ottimale delle risorse personali, per migliorare il proprio stile di vita in maniera più soddisfacente e creativo».
Secondo Rollo May uno dei padri fondatori del counseling insieme a Rogers il counselor ha il compito di «favorire lo sviluppo e l'utilizzazione delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare eventuali problemi che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo esterno [...] il superamento del problema, la vera trasformazione, comunque, spetta solamente al cliente: il counselor può solo guidarlo, con empatia e rispetto, a ritrovare la libertà di essere se stesso».
La BACP (British Association for Counselling and Psychotherapy) fornisce la seguente definizione dell'attività di counseling: «Il counselor può indicare le opzioni di cui il cliente dispone e aiutarlo e seguire quella che sceglierà. Il counselor può aiutare il cliente a esaminare dettagliatamente le situazioni o i comportamenti che si sono rivelati problematici e trovare un punto, piccolo ma cruciale, da cui sia possibile originare qualche cambiamento. Qualunque approccio usi il counselor [...] lo scopo fondamentale è l'autonomia del cliente: che possa fare le sue scelte, prendere le sue decisioni e porle in essere».
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